Come il Covid-19 ha cambiato le prospettive di Emilia Storytellers per la stagione turistica 2020?
Facciamo un passo indietro…
Era il 10 marzo quando in Italia iniziava ufficialmente il lockdown che avrebbe blindato il nostro Paese per quasi 3 mesi. Dalla metà di maggio si sono susseguite gradualmente le riaperture delle varie attività fino al 15 giugno che ha segnato l’inizio della fase 3, con gli ultimi via libera, tra le altre cose anche per teatri, cinema, ed eventi – fermo restando il distanziamento sociale e l’obbligo di mascherina (escluso per bambini da 0 a 6 anni) in ambienti chiusi o all’aperto laddove non sia possibile rispettare la distanza minima di 1 metro.
Se in questo periodo molti italiani hanno perso i loro cari a causa del Coronavirus, e se la situazione è nettamente migliorata in Italia, nel mondo molte persone stanno tuttora lottando contro questa pandemia.
Fatta questa doverosa introduzione, ora che in molti hanno ripreso il lavoro, avremmo tanto voluto ripartire con i nostri Artisanal Food Tour per l’Emilia-Romagna, ma al momento non vediamo le premesse per poter mantenere la qualità, l’identità e il cuore del nostro progetto di turismo enogastronomico.
Accoglienza sul nostro territorio con focus sulla cultura del cibo per Emilia Storytellers vuol dire anzitutto vicinanza, condivisione, e racconto a parole.
Come possiamo accogliere senza dare una stretta di mano? O congedarci senza un abbraccio?
Come possiamo raccontare con una maschera sul volto e farci capire?
Come possiamo leggere dietro una mascherina che i nostri ospiti stanno davvero apprezzando l’esperienza?
Sembrano dettagli, ma per noi Non Lo Sono. Durante lo svolgimento dei nostri tour enogastronomici, incontriamo persone e visitiamo luoghi dove non sempre è possibile stare all’aperto e distanziati – complice un meteo variabile che anche quest’anno conferma il cambiamento climatico con tante piogge nei mesi di maggio e giugno.
La nostra percezione della quotidianità è ancora incerta, io per prima mi sento a disagio nel non poter stabilire un contatto fisico e intimo con le persone. Certo, mi sono adattata e come tanti ho fatto un po’ smartworking al pc con il mio piccolo di 3 anni appollaiato sulle mie spalle, e proprio questo mi ha fatto capire ancor di più che mai come ora vale la pena fermarsi, cambiare i propri piani, e fare delle rinunce secondo una scala di priorità.
Da italiana, essere una madre presente è prioritario, e da imprenditrice e libera professionista, l’ottimizzazione del tempo e la qualità del lavoro è l’ABC di un progetto di successo.
Con le misure precauzionali (giuste peraltro) attualmente in vigore, mi sentirei di svilire oltremodo l’esperienza di chi viene a trovarci, e di non lasciare quell’emozione e quel ricordo indimenticabile che è la vera gratificazione del mio lavoro. Non basta mangiare e bere bene, è l’atmosfera amichevole e la cura dei dettagli che distinguono i nostri tour privati dal turismo di massa.
Pertanto, per il momento staremo a vedere cosa succede, con un occhio attento sul mondo, l’Italia e l’Emilia Romagna, in attesa di poter tornare al nostro lavoro con l’entusiasmo di sempre.
Quella di Emilia Storytellers sarà quindi un’estate di analisi e progettazione di nuove esperienze sulla base dei cambiamenti e le nuove tendenze del turismo, sicuramente verso un turismo sempre più green e a contatto con la natura, e che valorizzi i piccoli artigiani del cibo, che sono soprattutto agricoltori – ricordiamolo, il tessuto sociale dell’Emilia Romagna – e che non hanno mai smesso di lavorare, neppure durante il lockdown.
Quindi, Arrivederci a presto da Emilia Storytellers. Ripartiremo appena possibile, con una marcia in più!
Katia Perdicaro, Founder of Emilia Storytellers